Caos nel carcere di Nuoro: manca il direttore e sovraffollamento a Mamone-Onanì

Carcere Nuoro

La situazione delle carceri a Nuoro.

Il carcere di Nuoro vive in una condizione di disagio per i detenuti e manca il direttore. La situazione, presente anche nelle altre case circondariali della Sardegna, è stata documentata dall’associazione Socialismo Diritti Riforme Odv, la quale rileva che la condizione dell’istituto non è affatto migliorata negli ultimi 12 mesi.

Complessivamente, in Sardegna ci sono 2.140 detenuti per 2.616 posti, 1 detenuto su 4 è straniero. Una situazione che causa profonde problematiche di convivenza tra i detenuti. L’associazione registra un miglioramento leggero nelle Colonie Penali, che sono 324 ma il divario rispetto ai posti disponibili (598) è elevato.

La situazione del carcere di Mamone-Onanì, in provincia di Nuoro.

La maggiore concentrazione di detenuti si registra nelle Colonie Penali di Mamone-Onanì con il 68,8% di stranieri, seguite da Is Arenas con il 67,9% e Isili con il 60,6%. Anche a Sassari-Bancali la percentuale di stranieri è significativa, con il 27,9%, e a Cagliari-Uta con il 18,6%. In totale, il numero di detenuti stranieri in Sardegna è di 519, pari al 24,2%, il che significa quasi un detenuto su quattro.

Nelle carceri sarde il sovraffollamento è ai livelli di allarme. A Cagliari-Uta sono 601 i detenuti per 561 posti. Tra questi 29 donne e 112 stranieri. A Tempio-Nuchis sono 176 per 170 e 6 reclusi sono stranieri. Maria Grazia Caligaris dell’associazione Socialismo Diritti Riforme Odv facendo ha osservato che nell’arco di 12 mesi la situazione negli Istituti Penitenziari della Sardegna non è migliorata, anche se è cresciuto il numero dei Direttori. Tuttavia, c’è poco personale e gravi problematiche sanitarie per i detenuti, che compromettono il loro recupero sociale.

La situazione delle detenute.

La situazione delle donne detenute in Sardegna è anche più critica. Nella metà delle strutture carcerarie, mancano i servizi di ginecologia e ostetricia all’interno delle stesse. Spesso, queste sezioni sono collocate all’interno di carceri maschili. Le donne sono meno incluse nelle attività professionali, e questa situazione è presente in molte istituzioni in Italia, a causa della persistenza degli stereotipi di genere. Infatti, nel 2023, non c’è stata alcuna opportunità di lavoro per le donne nelle carceri sarde, e solo il 2,63% delle detenute ha lavorato per altri datori di lavoro. Il 26,32% è stato coinvolto in attività di formazione professionale a Sassari. A Uta, la situazione è più grave: il 22,22% delle donne è stato sottoposto a isolamento disciplinare. Fortunatamente, non ci sono bambini che risiedono nelle carceri sarde.

l fattore che pesa di più è la carenza di personale penitenziario, afferma Caligaris. È tale la carenza che nelle sezioni femminili della prigione di Uta, le 29 detenute sono state alloggiate in un unico piano dell’edificio e obbligate ai letti a castello con quasi 4 detenute in ogni cella. Questa situazione sta sempre più causando tensioni e insofferenza. La situazione nei riformatori è leggermente migliorata, con un totale di 324 detenuti, ma il divario rispetto ai posti disponibili (598) rimane ancora elevato.

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