Il recente rinnovo del CCNL delle Cooperative sociali sta suscitando, finalmente, un vivace dibattito moltiplicando le occasioni per riportare l’attenzione su alcuni vulnus che interessano i vari attori del sistema di welfare italiano: non solo Stato, Enti pubblici, stazioni appaltanti (Comuni, AASSLL, PLUS etc.), non solo utenti (minori, anziani, disabili e loro famiglie) ma anche operatori lavoratori e lavoratrici del sociale (Assistenti Sociali, Educatori Professionali, Psicologi, Sociologi, Operatori socio-sanitari, Addetti all’assistenza personale e domiciliare, Tecnici dell’inserimento e dell’integrazione sociale; mediatori familiari, badanti e ausiliari, solo per citarne alcuni fra i tanti profili professionali). Un esercito di circa 400.00 professionisti e operatori dell’area Sociale specializzati almeno in un ambito di intervento, come i minori, gli anziani, le persone con handicap, le persone che soffrono di malattia mentali o per l’abuso di sostanze, soggetti vittime di violenza, uomini e donne immigrati, persone senza fissa dimora.
Un esercito di “buoni” che sostiene la quasi totalità del sistema di welfare del Paese, ovvero prendendosi cura e dando assistenza al 12% degli italiani, circa 7,2 milioni di persone!
Le sigle dell’Alleanza Cooperative Italiane – AGCI, Confcooperative e Legacoop – insieme a numerose sigle sindacali di settore, hanno terminato il percorso di incontri e confronti, durato circa due anni, per l’agognato rinnovo del CCNL in questione, ratificando l’ipotesi di accordo, e le relative tabelle del costo del lavoro, lo scorso 5 marzo.
Presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali si è poi svolto un primo incontro con la segreteria politica del Ministro Calderone, i capidipartimento e i dirigenti interessati, sulle tematiche inerenti al rinnovo del CCNL delle cooperative sociali.
Gli argomenti che sono stati dibattuti e condivisi, anche da AGCI Imprese sociali, hanno riguardato: l’esigenza della pubblicazione delle tabelle come priorità temporale; la richiesta del Ministero del lavoro di inserire nella prossima Conferenza Stato Regione un punto all’ordine del giorno sul rinnovo del CCNL sociale e sulla valorizzazione del lavoro sociale.
Altri punti di interesse e di condivisione hanno riguardato: il sostegno affinché l’interpretazione autentica del codice di appalti contempli incrementi effettivi e pieni (articoli 11 e 60), e l’interesse di alcune direzioni sul tema osservatori. Si è concordato di riflettere (insieme ad Anac) su alcune ipotesi di modifica del codice di appalti.
Queste le principali azioni a livello nazionale.
Per concretizzare in termini reali sui territori, per la “messa a terra” di tutto questo lavoro preliminare è partita la seconda fase, nelle regioni.
Noi, dirigenti AGCI Imprese sociali della Sardegna, insieme agli altri partner, abbiamo da subito avviato una indispensabile azione di promozione e divulgazione dei contenuti del nuovo contratto, allargando il discorso e mettendo a tema Qualità dei servizi e qualità del lavoro nel nuovo contratto collettivo nazionale della cooperazione sociale. Infatti, dal Comitato Misto Paritetico Regionale Sardegna fanno sapere: “Il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale della cooperazione sociale rappresenta una tappa fondamentale per la valorizzazione del lavoro svolto da migliaia di professionisti impegnati quotidianamente nei servizi del welfare del nostro paese.” È quanto hanno sostenuto le organizzazioni sindacali dei lavoratori FP CGIL, FP CISL, FISASCAT CISL, UIL FPL, UILTUCS e le Associazioni della cooperazione sociale AGCI – Imprese sociali, Confcooperative-Federsolidarietà e Legacoopsociali, firmatarie del CCNL delle Cooperative Sociali, nella conferenza stampa di lancio e nei primi incontri tenuti a Cagliari e Nuoro.
L’intesa per il rinnovo del CCNL del settore per il periodo 1° gennaio 2023 – 31 dicembre 2025 prevede un aumento contrattuale della retribuzione di € 120.00 (a livello C1) da riconoscere in tre tranche a febbraio e ottobre 2024 e ottobre 2025. Una risposta alla perdita del potere di acquisto delle retribuzioni ma anche lo sforzo di restituire dignità e valore al lavoro sociale impegnato nella cooperazione sociale.
Come denunciato recentemente dall’autorevole periodico del Terzo settore, la rivista mensile VITA: “Le posizioni scoperte nei servizi socioeducativi sono in drastico aumento dovunque, come aumentano le chiusure dei servizi. La causa? Nella stragrande maggioranza dei casi la mancanza di personale. In particolare per le organizzazioni del privato sociale a cui di fatto il pubblico ha scelto di esternalizzare l’intero comparto dei servizi socio-educativi, spostando la spesa sugli enti locali i quali, lamentando problemi di cassa sempre più preoccupanti, spesso gestiscono i rapporti con i fornitori del Terzo settore attraverso bandi al massimo ribasso (talvolta perfino sotto le mentite spoglie della coprogettazione).”
Nel percorso avviato i responsabili regionali di AGCI Imprese Sociali Giovanni Loi, Fededersolidarietà Antonello Pili e di Legacoopsociali Andrea Pianu, hanno evidenziato come, anche in Sardegna, la cooperazione sociale sia un interlocutore primario delle Pubbliche Amministrazioni, con le quali condivide finalità di interesse generale, nell’ambito della progettazione e della realizzazione di servizi sociosanitari, educativi e per l’inclusione lavorativa di persone svantaggiate nei quali investe professionalità e competenze organizzative.
Durante il partecipato incontro presso la Biblioteca Sebastiano Satta di Nuoro il 25 marzo, ad una attenta platea composta da sindaci e amministratori pubblici, dirigenti ASL e Plus, dal Prefetto di Nuoro, da dirigenti Ispettorato del lavoro e, naturalmente, da cooperatori e cooperatrici, sono state esposte le ragioni di questa fondamentale azione informativa.
Michele Fiori, dirigente nazionale AGCI e presidente del Territoriale Interprovinciale Gallura Nuoro, ne ha sottolineato alcune: l’impegno ad applicare – una volta a regime (ottobre 2025) – le nuove tabelle del costo del lavoro incrementato del 15%; la necessità di richiedere alle stazioni appaltanti l’adeguamento contrattuale (come previsto dal Codice degli appalti); la difficoltà nell’immediato per i servizi in concessione (es: Case di riposo, Comunità integrate. RSA); le problematiche legate ai servizi in accreditamento, mediante le piattaforme. Problematiche che, come ormai condiviso fra le parti in causa, richiedono un deciso intervento legislativo nazionale e regionale per incrementare le risorse da trasferire ai comuni ed altri enti.
Il presidente AGCI nazionale Schiavone confida sull’iniziativa che sarà intrapresa dal ministro Calderone di inserire nella prossima Conferenza Stato Regione un punto all’ordine del giorno sul rinnovo del CCNL sociale e sulla valorizzazione del lavoro sociale, atteso che vi è un’assoluta necessità di questo percorso, così come richiesto dai tre presidenti di Alleanza delle Cooperative Italiane – Schiavone, Gardini, Gamberini – finalizzato a garantire un’azione incisiva sulle Regioni per l’adeguamento delle tariffe in sede di gare e relativi affidamenti dei servizi nel sociale.
Le prossime tappe, da parte del Comitato Misto Paritetico, saranno proposte nel Nord Sardegna a Sassari il 10 maggio, presso la CCIAA, proseguirà successivamente in Gallura, per la Zona Omogenea Olbia Tempio, questa battaglia per la dignità e qualità del lavoro e dei servizi alle persone.
Filippo Sanna direttore AGCI Interprovinciale Gallura Nuoro – AGCI Imprese Sociali