Il personale è a riposo, chiude Emodinamica all’ospedale di Nuoro

San Francesco ospedale

Chiude Emodinamica all’ospedale di Nuoro.

Questo fine settimana i malati di cuore troveranno le porte sbarrate perché i medici dell’ospedale San Francesco di Nuoro devono riposare.

“In questi anni pensavamo di aver visto di tutto, anche l’impossibile, invece il provvedimento adottato all’ospedale San Francesco di Nuoro il 2 dicembre scorso ha superato ogni record della vergogna. Mentre i pazienti rischiano la morte, la SC Cardiologia del San Francesco ha deciso di andare in ferie per tre giorni. Motivo? Il personale medico–infermieristico ha bisogno di recupero psicofisico. In altre parole questo weekend i malati di cuore troveranno le porte sbarrate perché i medici devono riposare. Come se si potesse scegliere in quali orari e in quali giorni stare male. Un fatto inaudito, scioccante, intollerabile”, denuncia la consigliera Desirè Manca.

“Per far fronte al blocco dell’attività dell’Emodinamica di Nuoro i pazienti verranno trasferiti nei due ospedali sardi che stanno letteralmente scoppiando, quelli di Sassari e Cagliari, dove i letti per le urgenze non sono mai bastati, dove i pazienti attendono su barelle di fortuna, dove le attese al pronto soccorso sono infinite e dove il carico di lavoro per i medici e gli infermieri, già disumano, aumenterà ancora, prosegue l’esponente del Movimento 5 Stelle.

“Stando alla nota inviata dalla Cardiologia ai vertici della Asl nuorese, oggi, 7 dicembre, il servizio di Emodinamica resterà aperto fino alle 14, mentre i giorni 8, 9, 10 dicembre il servizio resterà inattivo con ripresa dell’attività il giorno 11 dicembre alle ore 8. Una decisione che lascia senza parole, impossibile da giustificare. La direzione della SC Cardiologia – UTIC ha previsto la presenza di un medico in turno di ‘reperibilità generale non emodinamista’ per trasferimenti di pazienti afferenti direttamente al P.O. San Francesco. Stento a credere che un intero reparto di un ospedale come quello di Nuoro possa decidere di sospendere le attività in tale modo, incurante dei gravissimi disagi che ciò comporta, senza considerare il rischio per i pazienti e senza considerare le ricadute per gli altri ospedali sardi che stanno già scoppiando”.

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