Il punto nascita dell’Ogliastra sospeso a tempo indeterminato.
Il comitato ”Giu le mani dall’Ogliastra” ha ricordato che il 18 settembre 2021 il Punto nascita del ”Nostra Signora della Mercede” di Lanusei era stato chiuso con la motivazione di una sospensione “temporanea”, ma ormai sono passati 4 anni. A distanza di quattro anni, secondo il comitato, quella parola si è rivelata una presa in giro, poiché nulla di temporaneo è avvenuto: non è stato avviato alcun percorso, non è stato aperto alcun varco e non è stata offerta una prospettiva credibile alle famiglie ogliastrine.
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Il comitato ha sottolineato come le promesse politiche siano state ripetute e puntualmente dimenticate, trasformandosi in proclami che non hanno avuto alcun riscontro nella realtà.
Durante questo periodo, ha spiegato il comitato, le donne sono state costrette a partorire altrove, spesso trasportate in ambulanza, mentre i padri dovevano contare i chilometri percorsi e i bambini nascevano lontano dalla propria terra. Questo, secondo loro, non è stato un episodio isolato, ma una regola imposta all’Ogliastra per quattro anni, senza che nessuno abbia avuto il coraggio di interromperla. Il comitato ha definito inutili le giustificazioni come “carenza di personale” o riferimenti a “piani futuri”, ritenendole formule vuote utilizzate per mascherare un immobilismo diventato sistematico.
A loro avviso, in questi quattro anni non c’è stata alcuna scelta concreta, nessun atto rilevante, nessun passo avanti, e di conseguenza l’Ogliastra è oggi l’unica provincia sarda privata del diritto di nascere nella propria terra, non per fatalità ma per una precisa volontà politica di rinviare la questione fino a seppellirla nel silenzio. Di fronte a questa situazione, il comitato ha denunciato l’atteggiamento della Giunta Regionale, definendolo non solo menefreghismo ma vero e proprio spregio istituzionale, e ha criticato l’assenza dell’assessore alla Sanità Armando Bartolazzi e della presidente Alessandra Todde, presenti in altre zone della Sardegna ma mai in Ogliastra, chiedendosi di cosa abbiano paura.
Il comitato ha ricordato che il 18 settembre non è solo una data sul calendario, ma il giorno in cui l’Ogliastra ricorda di essere stata privata di un diritto fondamentale. Hanno sottolineato che questa situazione non può essere nascosta dietro le parole, e che quattro anni di attesa senza alcun progresso costituiscono l’unica eredità lasciata dalla politica alle famiglie della zona. Il comitato ha concluso affermando che il loro impegno non è volto al clamore facile, ma a difendere il diritto dei bambini di nascere vicino ai propri affetti e delle madri di non trasformare il parto in una trasferta, aggiungendo che il tempo delle scuse della politica è ormai scaduto.