I dazi di Trump spaventano anche Nuoro. Un tesoretto importante, linfa per il capoulogo barbaricino e provincia, che rischia di andare in fumo. I dati di Trump al 30%, validi dal prossimo primo agosto, rischiano di far mancare dall’indotto nuorese ben trentacinque milioni di euro. Non certo noccioline: il Nuorese paga magari da un lato il fatto di non essere città capoluogo (Cagliari movimenta merci per 344 milioni, dieci volte tanto) ma è comunque riuscito a ritagliarsi uno spazio non indifferente nel panorama Usa. I dati sono elaborati dalla Confcommercio Sardegna, sono i più recenti a disposizione e, numeri a parte, offrono una perfetta “fotografia futura” dell’effetto dei dazi trumpiani.
Dazi di Trump al 30%, Nuoro trema
“Si rischia che ad avere le maggiori ricadute dai dazi siano proprio le piccole imprese artigiane che negli ultimi anni si sono aperte con forza verso l’internazionalizzazione – afferma Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – ricordiamo come gli Usa siano stati negli ultimi anni un mercato di riferimento anche per attività produttive di limitate dimensioni ma produttrici di eccellenze come, in particolare, alimentari, moda, legno, metalli, nautica, sughero”.
Alimentari, prodotti in legno e metallo, pelletteria, abbigliamento e tessile, mobili e ceramiche ma anche semilavorati lapidei, prodotti chimici, macchinari e attrezzature hanno raggiunto un mercato ricco e sempre attento alle produzioni italiane e sarde.
“In questo momento anche noi artigiani sardi siamo chiamati a rimboccarci, ancora di più, le maniche, mantenere la calma e dare una mano alle Istituzioni che stanno cercando quella fondamentale unitarietà europea che serve per marciare compatti – aggiunge Meloni – però è necessario che la Politica a tutti i livelli, così come accaduto in tanti altri momenti di crisi recenti, come per esempio per i conflitti internazionali, la pandemia o l’aumento dei costi energetici, venga incontro alle imprese sostenendole nell’ammortizzare eventuali, e non auspicabili, impatti negativi in termini di vendite”.