È un dato certamente molto positivo, quello che emerge dalla relazione annuale sulla qualità dell’aria in Sardegna nel 2022 prodotta da Arpas, agenzia regionale con specifiche funzioni in materia ambientale: su tutto il territorio sardo, infatti, non si sono registrati sforamenti delle soglie massime per quel che riguarda le polveri sottili.
Prima di entrare nel dettaglio, facciamo il punto su cosa si intende, esattamente, per “polveri sottili”, e perché sono considerate un inquinante potenzialmente molto pericoloso.
Cosa sono le polveri sottili e come si generano
Le polveri sottili sono un pulviscolo estremamente fine, al punto che il diametro delle relative particelle viene misurato in micrometri (simbolo µm): un micrometro corrisponde esattamente ad un milionesimo di metro, dunque a un millesimo di millimetro.
Vengono distinte due diverse tipologie di polveri sottili: il PM10, ovvero particelle dal diametro di 10 µm, e il PM2.5, particelle che hanno dunque un diametro ancora più esiguo, pari a 2.5 µm.
A livello di origini, non vi sono differenze rilevanti tra PM10 e PM2.5: le polveri sottili sono prodotte quasi esclusivamente da attività umane, e sebbene esse possano generarsi anche da fenomeni completamente naturali quali incendi, attività vulcaniche ed erosione di suolo, l’impatto di quest’ultimi casi è da considerarsi poco rilevante.
A favorire lo svilupparsi di polveri sottili sono forme di inquinamento diverse, come ad esempio le emissioni industriali, ma anche il comportamento dei semplici cittadini può influire non poco: in tal senso, dunque, è bene seguire delle abitudini virtuose quali utilizzare mezzi di trasporto pubblici, quando possibile, e installare sistemi di riscaldamento e di condizionamento efficienti.
Sarebbe un grosso errore, d’altronde, credere che i dispositivi “green” siano oltremodo costosi: non è assolutamente così, è sufficiente dare un’occhiata alla sezione offerte di e-commerce specializzati come Emmebistore.com per rendersene conto, fermo restando che i modelli efficienti sono una vera e propria forma di investimento, garantendo minori consumi energetici e, di conseguenza, un rilevante risparmio in un’ottica di lungo periodo.
Le soglie da rispettare e i dati regionali rilevati da Arpas
La pericolosità delle polveri sottili è legata alle loro dimensioni così esigue: grazie ad esse, infatti, possono fluttuare nell’aria e viaggiare trasportate dal vento senza difficoltà, e soprattutto possono introdursi facilmente nell’organismo tramite inalazione.
La scienza medica ha purtroppo dimostrato, in tal senso, la pericolosità delle polveri sottili: se l’esposizione è significativa, possono svilupparsi problemi di salute più o meno seri, dalle difficoltà respiratorie passeggere fino a delle patologie di tipo tumorale.
È evidente, dunque, che tenere sotto controllo i livelli di polveri sottili a cui si è esposti deve rappresentare una priorità, e per questo motivo l’Unione Europea ha stabilito delle soglie specifiche che tutti i territori del continente sono chiamati a rispettare.
Più esattamente, è stato previsto un limite di media annuale di 25 µg/m3 per il PM2.5 e un limite duplice per il PM10, ovvero un limite di media annuale di 40 µg/m3 e un limite giornaliero di 50 µg/m3 da non superarsi per più di 35 volte durante l’anno civile.
Sulla base di queste soglie, appunto, è possibile conoscere se una determinata area è in linea con le soglie imposte dall’Unione Europea, e il dato della Sardegna, come si diceva, è positivo.
L’agenzia regionale Arpas ha evidenziato come nel 2022, ovvero l’anno più recente relativamente a cui sono messi a disposizione dei dati ufficiali, in nessuna delle stazioni di rilevazione presenti in regione sono stati riscontrati dei superamenti delle suddette soglie, neppure nelle aree più urbanizzate, come quelle di Cagliari.
Non solo: secondo Arpas i livelli di polveri sottili sono rimasti pressoché invariati nella fase post-lockdown, segno evidente del fatto che la qualità dell’aria in Sardegna può assolutamente considerarsi buona.