Attentati incendiari a Siniscola, si indaga su altri due episodi

Ancora un'auto in fiamme a Siniscola, è la sesta da inizio anno

Le indagini sugli attentati incendiari a Siniscola.

L’indagine sui ripetuti attentati incendiari a Siniscola continua a muovere passi avanti, mentre emergono nuovi elementi che potrebbero collegare almeno altri due roghi, avvenuti il 12 gennaio e il 16 maggio 2024, agli attuali indagati. Questi episodi riguardano due auto, una Alfa Mito e una Golf, bruciate a danno della stessa famiglia di allevatori già duramente colpita da intimidazioni continue. La Procura ipotizza che questi eventi facciano parte di una catena di atti intimidatori orchestrata da Dario Tuveri e Luca Venale, arrestati recentemente al termine di un’indagine congiunta di polizia di Stato e carabinieri.

Sebbene fino a oggi siano stati ufficialmente attribuiti ai due indagati soltanto gli incendi avvenuti il 1 dicembre 2024 e il 25 febbraio 2025, le quattro vicende sono strettamente connesse, tutte rivolte contro la medesima famiglia, che si è trovata sotto una pressione costante per mesi. Le intercettazioni raccolte nell’inchiesta rivelano il profondo stato di esasperazione e impotenza della famiglia, con dialoghi in cui il figlio esprimeva la volontà di abbandonare Siniscola a causa degli attacchi. La madre, anch’essa vittima di un incendio, raccontava delle difficoltà e dell’assenza di mezzi di trasporto a seguito degli attentati.

Nonostante le affermazioni ufficiali di non sapere chi fosse responsabile, alcune conversazioni hanno suggerito agli inquirenti l’esistenza di un conflitto personale dietro gli atti intimidatori. Un’intercettazione ha inoltre svelato il tono sprezzante di Tuveri, che derideva la famiglia vittima subito dopo la sua scarcerazione. L’inchiesta rimane aperta, poiché restano da chiarire le responsabilità di oltre 30 episodi simili che hanno colpito Siniscola e la zona della Baronia negli ultimi mesi.

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