Le buche profonde e la manutenione assente hanno trasformato la strada Cossatzu-Tascusì in una pessima mulattiera.
Lettera infuocata al commissario della provincia di Nuoro da parte del comitato di cittadini di “Allerta in Barbagia”.
I lavori, promessi da tanti anni da parte della Regione, non sono mai iniziati.
I residenti di tanti paesini del Nuorese si trovano cosretti a fare i salti mortali, nel vero senso della parola, per potersi spostare.
Ecco, di seguito, l’email urgente spedita dal comitato “Allerta in Barbagia”, capitanato da Pina Cui, al commissario della Provincia di Nuoro, Giuseppe Ciccolini, e al prefetto del capoluogo barbaricino, Alessandra Nigro
Cossatzu-Tascusì, lettera-sos di”Allerta in Barbagia”
“Le scriviamo ancora una volta, sperando che questa lettera, oltre a raggiungere la sua scrivania, riesca a penetrare anche la spessa coltre di indifferenza che sembra avvolgere la Sua amministrazione. La strada Cossatzu-Tascusì: un’opera d’arte… del degrado! Ricorda, caro Commissario, quei bei progetti finanziati dalla precedente giunta regionale? Quelli che avrebbero dovuto vedere l’inizio dei lavori a gennaio? Ah, sì, i lavori… Quelli che, a quanto pare, sono ancora impegnati in una maratona di burocrazia, una gara a ostacoli tra permessi, autorizzazioni e… chissà cos’altro! Nel frattempo, la strada Cossatzu-Tascusì si è trasformata in un vero e proprio percorso avventura, un’esperienza off-road adatta solo ai possessori di fuoristrada di ultima generazione (e di una buona dose di pazienza)“.
“I paesi della Barbagia ringraziano per l’isolamento garantito, per la pittoresca bellezza delle buche e per l’eccellente allenamento cardio che si ottiene percorrendo questa “strada”. Un vero capolavoro di ingegneria… del degrado! Un esempio di come si può trasformare un investimento pubblico in un monumento all’inefficienza. Ma c’è di più, Signor Commissario. Oltre ai disagi per tutti i cittadini, pensi agli allevatori. Costretti a percorrere quotidianamente questa “mulattiera” per accudire il bestiame, con mezzi inadeguati e rischiando di danneggiarli, vedono aumentare le loro difficoltà e la loro frustrazione. Ogni buca è un ostacolo in più, ogni viaggio un’odissea che mette a dura prova la loro resistenza e la loro passione per un lavoro già di per sé gravoso”.
“Ci chiediamo, Signor Commissario, se abbia mai provato a percorrere questa “strada”. Se sì, la invitiamo a condividere la sua esperienza con noi, magari scrivendo un libro dal titolo “Sopravvissuto alla Cossatzu-Tascusì: una guida per temerari”. Se no, le consigliamo vivamente una visita… munito di casco, ginocchiere e di una buona scorta di caffè per combattere la disperazione. In conclusione, speriamo che questa lettera, condita con un pizzico di sarcasmo sardo, riesca a scuotere la sua coscienza (e magari anche la sua poltrona). In attesa di un suo riscontro… o almeno di un miracolo, porgiamo distinti saluti”.