Primo giorno in carcere per Mesina, verso la richiesta di misure alternative. Cosa rischia la coppia di Desulo che l’ha ospitato

Graziano Mesina

L’arresto di Graziano Mesina a Desulo.

L’idea di ritornare in carcere spaventa Graziano Mesina. L’ex primula rossa di Orgosolo deve scontare una condanna a 24 anni di reclusione per il reato di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di droga.

La pena da scontare.

Grazianeddu dovrà scontare, infatti, una condanna a 24 anni di reclusione, emessa nell’estate 2020 dalla Procura generale della Corte d’Appello di Cagliari. Una sentenza che non era piaciuta a Mesina, che nel luglio dello scorso anno aveva abbandonato la sua abitazione di Orgosolo, poco prima che gli venisse confermato l’ordine di carcerazione, per darsi alla latitanza.

L’ex primula rossa, che ha già trascorso 40 anni in carcere prima di ottenere la grazia dal Capo dello Stato, attualmente si trova recluso nel carcere nuorese di Badu ‘e Carros. Le avvocatesse, Beatrice Goddi e Maria Luisa Vernier, si dicono sollevate per il fatto che la situazione “sia rientrata nella legalità” e potrebbero chiedere, già nelle prossime ore, l’attenuazione della misura di custodia cautelare. Si attende soltanto la comunicazione per l’udienza di convalida dal tribunale di competenza, probabilmente Oristano. Nella vicenda un ruolo importante sarà giocato dall’età di Graziano.

Le indagini.

Si indaga a tutto campo per risalire alla rete di fiancheggiatori, che hanno consentito a Mesina di darsi alla latitanza per oltre un anno. Al momento sono state individuate due persone, i proprietari dell’abitazione di Desulo, accusate di favoreggiamento, nella quale è stato catturato dai carabinieri del Ros. Il marito si sarebbe addossato l’intera responsabilità della scelta di accogliere il latitante affermando che la moglie è estranea ai fatti. Entrambi sono difesi da Giovanni Cristian Melis, che è anche il sindaco di Desulo.

Note sull'autore