Mesina resta in carcere, niente domiciliari perché rifiuta le cure

Graziano Mesina

Graziano Mesina non andrà ai domiciliari.

Graziano Mesina, detenuto nel carcere di Opera a Milano, ha deciso di rifiutare le cure e gli accertamenti sulle sue condizioni di salute. Sul latitante di 80 anni è impossibile arrivare ad una diagnosi certa sulla sua salute. A scriverlo il tribunale di Sorveglianza di Milano, in un provvedimento che ha deciso, che non si possa concedere a ”Grazianeddu” il differimento pena con i domiciliari.

Nel provvedimento della Sorveglianza, depositato ai primi di marzo, è stato spiegato che Graziano Mesina, che ora si trova nel carcere di Opera dallo scorso giugno, si oppone e non collabora alle cure e ai tentativi da parte del personale medico, per poter arrivare ad una diagnosi certa. Così le sue condizioni sono state valutate come apparentemente discrete.

In un procedimento aperto d’ufficio e senza un’istanza difensiva, i giudici hanno espresso un principio secondo il quale essendo impossibile approfondire lo stato di salute del detenuto, a causa del suo rifiuto, non gli si possono concedere i domiciliari. Un principio simile a quello preso per l’anarchico Alfredo Cospito con lo sciopero della fame. Graziano Mesina, ex bandito, è evaso più volte e deve scontare una pena fino al dicembre 2045. Stando agli atti, ha deciso di rifiutare le cure lo scorso dicembre. Per lui, tra l’altro, nei giorni scorsi il Tribunale di Sorveglianza di Sassari ha rigettato l’istanza di detenzione domiciliare per motivi di salute avanzata dai suoi avvocati.

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