Uccise Mirko Farci e accoltellò la madre: no alla perizia psichiatrica per il killer

Nella foto Masih Shadid

La difesa del killer di Tortolì ha puntato sull’infermità mentale.

La difesa di Masih Shadid, l’uomo che uccise Mirko Farci con 17 coltellate, dopo aver aggredito la sua ex nel sonno, aveva puntato sull’infermità mentale per consentire al killer di avere uno sconto di pena. Una richiesta rigettata dalla Corte d’Assise, che ha escluso che l’uomo che è entrato nell’abitazione di Paola Piras nella notte dell’11 maggio 2021, era affetto da infermità mentale.

Il trentenne era lucido al momento del delitto, diversamente da come sostiene l’avvocato difensore, il quale i motivi di quella mattanza sono da ricercarsi nelle sofferenze pregresse da parte di Shadid, per essere stato maltrattato dalla società in Pakistan dopo la sua scelta di diventare cristiano. La richiesta di perizia psichiatrica era stata già respinta dal gup di Lanusei, che aveva rigettato il rito abbreviato.

Si punta quindi al delitto premeditato, aggravante che a cui la difesa cercherà di opporsi, perché “Shadid non voleva uccidere Mirko”, nonostante il piano studiato di Shadid di eliminare la sua ex, Paola Piras, rompendo la finestra con un taglia vetro per entrare nella sua abitazione e nonostante fu denunciato dallo stesso Mirko Farci per i maltrattamenti, ottenendo così l’allontanamento dalla casa. Potrebbe non essere stata soltanto una spedizione punitiva contro la donna per aver osato interrompere quella relazione. Il 18enne potrebbe essere stato compreso nella spedizione punitiva dell’uomo.

Saranno due le udienze dell’istruttoria, poi si andrà alla discussione. La difesa ha dato il consenso per far sì che il fascicolo della procura di Lanusei contenente gli atti di indagine venga acquisito dai giudici. Questo abbrevierà la data del processo, poiché non saranno sentiti i teste presenti nell’inchiesta. Il dibattimento proseguirà il 5 ottobre prossimo con l’esame di un testimone della difesa e uno di parte civile, più uno psichiatra.

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