Un anno fa la strage di Nuoro, un delitto che resta senza risposte

strage nuoro

Il 25 settembre 2025 la strage famigliare di Nuoro.

È trascorso un anno dalla tragica strage di Nuoro, avvenuta il 25 settembre 2024, quando Roberto Gleboni ha ucciso la moglie Giusi Massetti, i figli Francesco e Martina, la madre Esterina Riccardi e il vicino di casa Paolo Sanna, prima di togliersi la vita. L’unico sopravvissuto, il figlio maggiore, ha raccontato di essersi finto morto per sfuggire all’assassino. Un delitto che resta senza un perché, senza un movente.

Questa tragedia ha scosso profondamente la comunità sarda, accendendo i riflettori sulla crescente violenza di genere nell’isola. Secondo la Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, Carla Puligheddu, nel 2024 i femminicidi in Sardegna sono aumentati del 200% rispetto all’anno precedente, passando da due a sei vittime. Tra i casi più emblematici, si ricordano Maria Atzeni, 77 anni, uccisa dal figlio a San Gavino Monreale, Maria Dolores assassinata dal marito a Nuoro, e Ignazia Tumatis, 59 anni, uccisa dall’ex marito a Cagliari. Fino al recente femminicidio avvenuto poche settimane fa a Palau, con la 33enne Cinzia Pinna, uccisa dal suo amico.

Femminicidi che non si fermano nonostante la legislazione si è fatta negli ultimi anni più attenta contro la violenza di genere. Come fermare questa mattanza? La risposta non può essere solo legislativa o repressiva. È necessario un cambiamento culturale profondo, che parta dall’educazione, dalla promozione del rispetto e dell’uguaglianza, e dal rafforzamento dei servizi di supporto per le vittime. Solo così si potrà sperare di arginare questo drammatico fenomeno.

Un anno dopo la strage di Nuoro, la Sardegna si trova a fare i conti con una realtà dolorosa, ma anche con la consapevolezza che il cambiamento è possibile, se tutti, istituzioni e cittadini, si impegnano con determinazione.

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