Le foto di Teti e Gadoni protagoniste nel calendario dei carabinieri

Teti e Gadoni nel calendario dei carabinieri.

Le foto di Teti e Gadoni protagoniste del calendario da tavolo dei carabinieri che racconta in simboliche fotografie il cambiamento del tessuto sociale nelle aree interne del Paese e del loro lento ma inesorabile spopolamento. Territori in cui spesso gli unici presidi di prossimità dello Stato sono la stazione carabinieri e il Municipio. A questa narrazione iconografica si affiancano immagini di alberi monumentali presenti nel nostro territorio, silenziosi testimoni delle mutazioni storiche. L’intero ricavato della vendita di questo calendarietto da tavolo è devoluto all’Opera Nazionale di Assistenza per gli Orfani dei Militari dell’Arma dei Carabinieri.

Insieme a quello da tavolo l’Arma dei Carabinieri ha svelato anche il calendario da parete. A presentare l’opera realizzata dal Maestro Sandro Chia e lo scrittore Carlo Lucarelli, nella splendida cornice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, erano presenti il giornalista e conduttore televisivo Tiberio Timperi e la conduttrice televisiva, Daniela Ferolla.

Il Calendario prosegue il cammino intrapreso due anni fa continuando ad arricchire racconti di narrativa contemporanea con pregiate tavole di maestri della “transavanguardia”. Il talento dello scrittore Carlo Lucarelli accompagna i lettori, mese dopo mese, con narrazioni ispirate dall’evoluzione dello storico Regolamento, che risale al 1822, e da allora immutato nei valori ma sempre aggiornato con integrazioni susseguitesi in questi due secoli. La penna del celebre giallista si sofferma di volta in volta su episodi ambientati lungo il corso degli ultimi 200 anni nei quali il Regolamento si manifesta come chiave di volta non solo per l’organizzazione dell’Arma ma per la sua integrazione nella società.

Sardegna protagonista anche nel Planning da tavolo.

Il Planning da tavolo dedicato allo Squadrone Eliportato Cacciatori raccoglie le peculiarità di questo importante Reparto e la storia delle loro origini nelle differenti regioni ove tutt’oggi sono presenti.

Costituiti a partire dall’ultimo decennio del XX secolo, per ricercare i latitanti e individuare i sequestrati tenuti nascosti nelle aree impervie dell’Aspromonte e della Barbagia, i Cacciatori, gradualmente, hanno allargato il loro campo d’azione in supporto dell’Arma Territoriale anche su Trinacria e Gargano.

I Baschi Rossi – dal colore dell’omonimo copricapo – sono carabinieri particolarmente addestrati, chiamati ad operare in un reparto altamente specializzato e, al contempo, dotato di una visione operativa diversificata, che comprende le procedure di polizia e le tecniche militari adottate nelle zone di operazioni: strumenti moderni e sofisticati si fondono a metodi ortodossi di “infiltrazione” territoriale, al fine d’individuare e catturare la “preda”, da cui deriva, per l’appunto, il nome Cacciatori.

Lo Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria”, attivo dal 1° luglio del 1991, rappresenta l’evoluzione naturale delle attività originariamente svolte dalle storiche Squadriglie Eliportate sui rudi rilievi dell’Aspromonte e nelle rigogliose vallate connotate da piccoli centri abitati, ancora oggi vive testimonianze architettoniche della Magna Grecia e custodi di straordinari tesori bizantini, come la Cattolica di Stilo.

Neppure nella Terra dei Nuraghe, case-fortezza preistoriche, tardano ad arrivare i giusti argini al dilagare del “codice barbaricino”: il 1° settembre del 1993 viene istituito lo Squadrone Eliportato Cacciatori “Sardegna”, successore “operativo” delle Squadriglie anticrimine e antiabigeato, nato per sfidare il duro Supramonte.

Dalla positiva esperienza maturata in Calabria e in Sardegna, inoltre, il 13 maggio del 2017 nasce lo Squadrone Eliportato Cacciatori “Sicilia”, per innalzare il livello di contrasto a Cosa Nostra. Infine, nella tristemente famosa escalation criminale di questi ultimi anni, prende corpo l’anima dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Puglia”, un versatile presidio di legalità inaugurato il 5 maggio del 2018. La sua valenza operativa perfeziona l’attività di controllo nelle vaste pianure e tra le assolate colline, fra cui si erge maestoso Castel del Monte, maniero voluto da Federico II di Svevia, simbolo della straordinaria rinascita culturale dell’Italia Mediterranea a chiusura del Medioevo.

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