Sedici anni fa fu uccisa Dina Dore, uno dei femminicidi più orribili del Nuorese

Dina Dore

Nel 2008 il terribile femminicidio di Dina Dore a Gavoi.

Allora non si parlava ancora di femminicidio, ma quello di Dina Dore fu uno dei peggiori omicidi di donne avvenuti in Sardegna. Sedici anni fa, il 26 marzo 2008, a Gavoi una donna di 37 anni di nome Dina è stata sequestrata e uccisa davanti alla sua figlioletta di soli 8 mesi.

Un femminicidio macabro che poi si scoprì che l’autore non era altro che il marito, Francesco Rocca. Aveva lui denunciato il rapimento della moglie, ma era il mandante del terribile delitto. Il corpo di Dina è stato trovato da egli nel bagagliaio dell’auto, con accanto la loro figlia di otto mesi. La 37enne era legata e aveva i segni dell’aggressione mortale. Le indagini si concentrano sulla microcriminalità locale, cercando di risalire agli autori di questo atroce delitto.

Nel frattempo, Francesco Rocca inizia una nuova vita con la sua giovane assistente, Anna Guiso, che aveva assunto per sostituire Dina durante la gravidanza. Le indagini proseguirono molto lentamente, certo allora nemmeno si parlava di femminicidio, così dopo alcuni anni è stato rivelato che la donna è stata uccisa da Pierpaolo Contu, un operaio all’epoca dei fatti minorenne, che aveva ucciso la casalinga per denaro, pagato da Rocca con una somma cospicua.

La scoperta viene avvalorata da una lettera anonima trovata sul parabrezza dell’auto della sorella di Dina, Graziella. Il DNA estratto da un pelo trovato sul nastro adesivo utilizzato per legare la vittima conferma il coinvolgimento di Contu nell’omicidio. Poi entra in scena Anna Guiso, ex amante del marito di Dina Dore, che durante il processo ha rivelato che lui non aveva riguardo per Dina e che la considerava meritevole del suo triste destino.

La Guiso, infatti, non era altro che un’altra donna vittima delle violenze del dentista, che veniva molestata dall’uomo che non si era rassegnato alla fine della relazione e lei temeva di fare la fine della 37enne. La storia si concluse con una condanna a 16 anni di prigione per il giovane mandante, mentre Rocca è stato condannato all’ergastolo. Secondo i giudici si trattava di un movente passionale: temeva di divorziare da Dina per la sua relazione extraconiugale.

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