Dipendente incinta licenziata a Nuoro.
Una convocazione straordinaria e urgente della commissione lavoro della Regione sulla vicenda della dipendente dell’Aias, licenziata in seguito alla comunicazione del suo stato di gravidanza: un fatto che, se confermato, sarebbe gravissimo. Lo hanno chiesto al presidente Alfonso Marras tutte le consigliere regionali, di maggioranza e opposizione, insieme all’assessora del Lavoro e consigliera Alessandra Zedda.
“Il ripetersi di episodi discriminatori – hanno affermato le consigliere – dimostra che siamo ancora lontani dalla parità di trattamento tra uomini e donne, che dovrebbe essere alla base di una società civile”. Per questo motivo le consigliere chiederanno al presidente Marras l’istituzione di una sottocommissione sul lavoro femminile in Sardegna, che possa prima fotografare la situazione in cui si trovano le donne sarde e, poi, sui dati, predisporre interventi mirati, in collaborazione con la Consigliera di Parità Maria Tiziana Putzolu e con i sociologi del lavoro.
“Come Istituzioni – hanno proseguito le consigliere – abbiamo il dovere e la responsabilità di analizzare il fenomeno, di vigilare e predisporre interventi normativi, in collaborazione con la consigliera di Parità, affinché episodi di tale gravità non si ripetano più. E’ evidente che la questione femminile rispetto al tema della parità di dignità con gli uomini in ambito lavorativo, hanno proseguito, ha bisogno di essere approfondita, in considerazione anche dell’emergenza sanitaria legata al Covid che ha peggiorato e moltiplicato gli episodi discriminatori”.
Per questa vicenda è intervenuta anche la presidente della Commissione lavoro alla Camera Romina Mura (Pd), che sta preparando un’interrogazione parlamentare. “L’Associazione Italiana Assistenza Spastici di Nuoro reintegri subito la donna che ha licenziato perché rimasta incinta – ha scritto in una nota la deputata -. L’Aias è un soggetto privato, convenzionato con il pubblico, che riceve decine di milioni dalla Regione per assistere i disabili. Non dovrebbe attuare condotte discriminatorie e punire le donne ma, anzi, promuovere i diritti di tutti. A maggior ragione, considerato che è un ente accreditato per svolgere servizi di cura con risorse pubbliche. Chiedo che intervenga anche l’assessore alla Sanità della Regione Sardegna”. Contro la grave discriminazione sessuale è intervenuto anche l’Ispettorato del Lavoro di Nuoro.