A Nuoro una mostra della nota designer Mara Damiani

La mostra alla galleria Mancaspazio di Nuoro.

Sabato alla galleria Mancaspazio II, vicolo Carlo Cattaneo 10, a Nuoro, a partire dalle 18:30, verrà inaugurata la mostra della designer cagliaritana Mara Damiani, “Sui tramonti della mia Terra”, curata da Chiara Manca. Le “sue” 100 Rejnas, le donne di Sardegna in abito tradizionale, rilette attraverso l’arte e la creatività della designer, sfileranno metaforicamente in un’installazione emozionale, immersiva e coinvolgente. La mostra resterà aperta dal 3 al 26 dicembre 2022. Orari di apertura, dal martedì al sabato dalle 16 alle 18.

La mostra.

La mostra rappresenta un percorso che comincia non appena si varca l’ingresso della galleria. Le Rejnas accolgono il visitatore posizionate di spalle, proprio come chi entra nello spazio espositivo. Nel cammino attraverso le sale, le cromie piatte, la sintesi dei grafismi, la geometria che caratterizza la loro realizzazione grafica, si trasforma in un’emozione tonda, che non arriva puramente dal senso della vista ma lo trascende.

I gioielli, i pani e i dolci, gli animali, gli uomini: tutto accompagna le Rejnas e il visitatore, immergendolo in un’atmosfera che si fa concetto. Dal mostrare la schiena eccole che si voltano di profilo e, ieratiche, mostrano fisicità e materia. Nell’ultima sala sfilano tutte insieme, tutte e 100. L’installazione finale avvolge il visitatore in un abbraccio emozionale dato dai colori, dall’insieme delle loro presenze, da quel riconoscersi in dettagli e grafie che riportano alla tradizione, alla cultura, al senso di ognuno di noi. Qui la forma si fa concetto. “Abbiamo progettato un allestimento site specific per la galleria”, sottolinea la curatrice, Chiara Manca. “Di forte impatto visivo ed emotivo“.

Chi è Mara Damiani.

Mara Damiani, studi in Architettura a Firenze e all’Accademia di Belle Arti di Brera, una collaborazione ventennale con la Walt Disney Academy, oggi, tornata nella sua casa, la Sardegna, si fa portavoce del design identitario. “Quel design che per me è mezzo di narrazione del patrimonio culturale. La storia che ne scaturisce diventa a sua volta strumento di rinnovamento ed evoluzione del design stesso. Perché ciò che ci circonda può essere uno spunto per il futuro, può essere reinterpretato, promosso, e non deve essere dato per scontato”.

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