A Nuoro le celebrazioni per il 25 aprile. Il sindaco Soddu: “La libertà il dono più prezioso”

La celebrazione al cimitero di Nuoro.

Stamattina, nel sacrario militare del cimitero cittadino di Nuoro, si è celebrata la ricorrenza del 25 Aprile, anniversario della liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Alla cerimonia hanno partecipato il sindaco Andrea Soddu, il prefetto Luca Rotondi, il vicesindaco Fabrizio Beccu, il presidente del Consiglio comunale Sebastian Cocco e una delegazione dell’Anpi guidata dal presidente provinciale Graziano Pintori

Nuoro ricorda i suoi partigiani nel giorno della Liberazione

In questi momenti particolari per la nostra storia repubblicana causati dalla pandemia – ha detto il sindaco Soddu –, la giornata della Liberazione assume ancora più significato. Il 25 Aprile, che rappresenta la data della memoria, hanno vinto coloro che erano per la libertà e quella libertà l’hanno garantita a tutti. Anche a quelli che la pensavano diversamente, anche a coloro che erano dall’altra parte. Vogliamo celebrare il 25 Aprile con l’auspicio che prevalgano sempre i valori di libertà, di democrazia, di garanzia a chi la pensa diversamente da noi di godere dei diritti più totali. Che siano sempre tutelati i diritti civili e politici, che siano garantite le libertà individuali e il diritto alla celebrazione di queste ricorrenze che rappresentano l’ossatura di uno stato che vuole dirsi democratico“.

“Oggi – ha continuato il sindaco -, ringraziamo coloro che si sono sacrificati, che si sono battuti e hanno perso la vita, quelli che sono stati trucidati per garantire a noi di essere qui ad affrontare a testa alta le difficoltà che stiamo vivendo. Con la consapevolezza che se non ci fosse stato quel sacrificio e la vittoria del Fronte di liberazione nazionale, noi qui non ci saremmo stati e non ci saremmo stati in libertà. Auguro che l’anno prossimo – ha concluso Soddu –, si possa festeggiare il 25 Aprile nella sua pienezza, in totale condivisione dei valori, dei contatti umani, sociali e di tornare a quella che era la normalità, che oggi ci appare come un dono della cui preziosità dobbiamo essere consapevoli”.

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