Da tempo, ormai, si vocifera che le riserve naturali che hanno reso noti gli Emirati Arabi nel mondo stiano per finire; c’è addirittura chi sostiene che entro il prossimo decennio il petrolio dei Paesi del Golfo Persico andrà completamente in esaurimento.
Niente di più falso.
A sostenerlo è lo stesso Governatore Emiratino, Ahmed Al Kaabi, che, presso l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (OPEC) ha affermato che gli Emirati Arabi Uniti continuano a svolgere il loro ruolo chiave nel mantenimento della stabilità dei mercati petroliferi mondiali.
Come? Grazie alla posizione di prim’ordine che gli EAU da sempre ricoprono all’interno dell’OPEC, innanzitutto supportando il settore petrolifero globale attraverso il lancio di piani strategici e visioni proattive per affrontare vari cambiamenti globali, soddisfare la domanda e raggiungere una crescita sostenibile in tutto il mondo.
Inoltre, i territori Emiratini, da sempre interessati a mantenere alto il loro nome anche grazie al settore petrolifero, sono pionieri nel supportare il settore e hanno iniziato presto a investire pesantemente e ad attuare progetti strategici per garantire la continuità delle catene di approvvigionamento petrolifero.
“Gli Emirati Arabi Uniti investono in varie aree della catena energetica e stanno aumentando la produzione di petrolio e gas, per continuare il loro ruolo attivo come partner responsabile e affidabile nella sicurezza dell’approvvigionamento energetico per i suoi partner e altri Paesi”, ha affermato Al Kaabi.
E per rispondere a chi dubita dell’esistenza di tanto oro nero, ecco tutti i numeri della ricchezza del sottosuolo Emiratino: già un paio di anni fa, infatti, gli EAU hanno annunciato nuove scoperte di risorse petrolifere non convenzionali estratte in molte aree del paese, per quantità stimate di circa 22 miliardi di barili di petrolio, oltre ad aumentare le riserve di petrolio convenzionale di due miliardi di barili nell’emirato di Abu Dhabi, per essere aggiunto alle riserve di idrocarburi annunciate nel 2019 stimate in sette miliardi di barili di petrolio greggio, 58 trilioni di piedi cubi standard di gas convenzionale e 160 trilioni di piedi cubi standard di risorse di gas non convenzionale recuperabili.
Il Paese ha anche costruito il più grande progetto di stoccaggio di petrolio al mondo a Fujairah, con una capacità di 42 milioni di barili di greggio per un valore di 4,4 miliardi di AED.
Il Fujairah Oil Terminals FZC (FOT) – che riceve gigantesche petroliere e si affaccia sul Golfo di Oman e sull’Oceano Indiano – è il porto leader mondiale in termini di rifornimento di carburante alle navi, formando un’arteria globale strategica che assicura il flusso delle forniture di petrolio.
Questa grande disponibilità di risorse naturali conferma che gli EAU ricoprono ancora un posto d’eccellenza tra i big del mercato di petrolio e gas a livello globale.
Gli interessi del governo Emiratino, comunque, da sempre legati alla loro ricchezza sotterranea, da tempo ormai sono indirizzati al favorire e all’avvantaggiare ogni tipologia di investimento straniero nel loro territorio.
Per questo, lo sforzo della governance interna è tutto concentrato nell’accogliere quanti più imprenditori vogliano aprire la loro società a Dubai e trasferire la loro società a Dubai.
Da oltre un decennio, il professionista di riferimento per gli italiani più oculati che desiderano investire a Dubai è Daniele Pescara, CEO di Falcon Advice che con i suoi uffici siti a Padova e a Dubai, e grazie al suo accreditamento presso i più prestigiosi Istituti di Credito Emiratini, realizza le più ricercate ambizioni di business della sua clientela d’elitè.
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