Le differenze sostanziali tra flexible benefit e fringe benefit da conoscere per chi vuole fare welfare aziendale

Le aziende hanno compreso l’importanza di creare un ambiente stimolante e produttivo per i loro dipendenti, facendoli sentire appagati e soddisfatti non solo della retribuzione, ma anche dei benefit lavorativi nati per garantire un perfetto work life balance, cioè un equilibrio tra lavoro e vita privata.

Ed è così che sono stati introdotti i benefit, strumenti essenziali del welfare aziendale che concorrono alla piena soddisfazione dei collaboratori, che vedono aumentare significativamente il loro potere d’acquisto e si sentono più realizzati.

Possiamo individuare due grandi famiglie di benefit aziendali: flexible e fringe.

I fringe benefit sono beni o servizi non rilasciati sotto forma di denaro, per questo motivo sono conosciuti anche come compensi in natura, e sono regolamentati da un contratto. Tra questi rientrano tablet, telefonini, notebook, buoni pasto o anche auto aziendali.

Sono elementi che concorrono alla formazione del reddito da lavoro dipendente, ma solo se superano la cifra di 258,23 euro nel periodo d’imposta, cioè l’intero anno.

I flexible benefit invece si affiancano alla normale retribuzione del dipendente, ma non sono inseriti in un contratto collettivo. Questo significa che è a discrezione del datore di lavoro decidere se erogarli o meno a beneficio dei collaboratori. Tra queste tipologie di benefit rientrano borse di studio, asili nido, assicurazioni sanitarie, abbonamenti al servizio pubblico e altri ancora.

Questi servizi sono esenti dal pagamento delle tasse e dei contributi, poiché non concorrono a formare il reddito da lavoro dipendente.

Soprattutto negli ultimi due anni i flexible benefit hanno conquistato sempre più politiche aziendali improntate al welfare, poiché rappresentano un reale strumento di integrazione al reddito delle famiglie e aumentano il potere d’acquisto dei dipendenti.

Sempre più aziende, soprattutto quelle di grandi e medie dimensioni, continuano ad essere sensibili a questo tema e valutare iniziative simili per il welfare aziendale, ma anche le attività di piccole dimensioni stanno iniziando a valutare l’inserimento dei flexible benefit tra i loro servizi.

Bisogna aggiungere che i collaboratori possono scegliere il bene o il servizio che meglio si adatta alle loro necessità; quindi, il sostegno ai dipendenti è reale e concreto a tutto beneficio della produttività aziendale.

Per approfondire maggiormente il discorso è consigliabile leggere l’articolo verticalizzato sul tema dei flexible benefits, ma adesso analizziamo i vantaggi per i dipendenti e per le stesse imprese.

I collaboratori possono accedere ad un paniere ampio e variegato di beni e servizi tra i quali scegliere in base alle loro esigenze, aumentando così il loro potere d’acquisto e migliorando la propria qualità di vita e anche quella dei propri familiari.

Le aziende creano un clima aziendale sereno e produttivo, dove tutti i collaboratori sono motivati e fidelizzati e quindi lavorano al massimo delle loro capacità, a beneficio della produttività aziendale.

Un’azienda che offre vari servizi di welfare si presenta come un brand autorevole e appetibile per i giovani talenti ed è in grado di trattenere i dipendenti, riducendo fino ad azzerare il turn over del personale a beneficio della riduzione dei costi.

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